Castagnole o Favette
Ingredienti:
200 g di farina
50 g di zucchero
40 g di burro
2 uova
la scorza grattugiata di 1/2 limone
un cucchiaio di liquore all’anice
un pizzico di sale
1/2 busta di LIEVITO VANIGLIATO PASSINI
olio di semi di arachidi per friggere
q.b. zucchero semolato per guarnire
PREPARAZIONE: ln una ciotola unire la farina, lo zucchero, le uova, il burro precedentemente ammorbidito, la scorza grattugiata del limone, il liquore all’anice, un pizzico di sale e per ultimo il LIEVITO VANIGLIATO PASSINI setacciato. Amalgamare bene gli ingredienti mescolando con l’aiuto di una forchetta e proseguire impastando a mano.
Ottenuto un composto uniforme trasferirlo su un piano di lavoro leggermente infarinato e impastare il tutto fino ad ottenere un panetto liscio e morbido, aiutandosi con una paletta di silicone se l’impasto dovesse risultare troppo appiccicoso. A questo punto mettere il panetto in una ciotola, coprire con una pellicola e lasciare riposare per circa 30 minuti.
Una volta che l’impasto avrà riposato, formare le castagnole prelevando un poco di impasto dalla ciotola realizzando un filone su un piano leggermente infarinato, tagliare dei pezzetti di pasta di circa 12 grammi e modellare ciascun pezzetto con le mani in modo da ricavare delle palline.
lmmergere pochi pezzi per volta in abbondante olio bollente, mantenendo la temperatura costante durante la cottura. Girare le castagnole con una schiumarola in modo che cuociano uniformemente. Toglierle dall’olio e disporle su carta assorbente.
Riempire una ciotola con lo zucchero semolato e rotolarci in mezzo le castagnole ancora calde e servire.
La ricetta delle Castagnole è sicuramente molto antica: è stato ritrovato nell’archivio di stato di Viterbo un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben 4 varianti della ricetta, di cui una prevede la cottura al forno.
Diffuse in tutta Italia, le Castagnole (o Favette, o Strufoli nell’Umbria settentrionale) nella tradizione sono considerate uno dei simboli del Carnevale, insieme ad altri dolci fritti, ricchi e gustosi.
La parola Carnevale infatti, di origine medievale, deriva dal latino carnem levare (“eliminare la carne”), poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno (martedì grasso) precedente all’inizio della Quaresima Cristiana, periodo di astinenza, penitenza e digiuno. Festeggiare il Carnevale significa quindi esaltare tutto ciò che non sarà più possibile fare in seguito: soprattutto cioè scambio di ruoli sociali (per un giorno, fra servi e padroni attraverso i travestimenti in maschera) e abbondanza alimentare.
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