Prezioso Zafferano: bello, buono e profumato
Conosciuto da millenni, menzionato nei papiri egiziani del II secolo a.C., nella Bibbia (precisamente nel Cantico dei Cantici), citato da Virgilio e da Ovidio nelle Metamorfosi, è indicato da Omero nell’Iliade, insieme al loto e al giacinto, tra i fiori del letto di nuvole di Zeus, re dell’Olimpo. Ed il fiore dello zafferano é raffigurato sulle pareti del Palazzo di Cnosso a Creta.
Il suo nome scientifico è Crocus Sativus Linneo; la mitologia greca attribuisce infatti la nascita della pregiata spezia alla storia d’amore tra un bellissimo giovane di nome Crocus ed una dolce ninfa di nome Smilace, la favorita del Dio Ermes, che per vendicarsi trasformò il giovane in un bulbo.
Originario dell’Asia minore, la coltivazione si estese nei secoli in varie parti del mondo arrivando anche in Tunisia; attorno all’anno mille furono gli Arabi che introdussero in Europa la coltivazione attraverso la Spagna (che ancora oggi rimane il maggior produttore mondiale).
E si deve sempre agli Arabi il mutamento nel corso del Medioevo del nome, da croco a zafferano. La parola deriva infatti dal persiano “safra” (giallo), passato nell’arabo “za’faràn”. Il giallo si riferisce al colore assunto dagli stimmi dopo la cottura.
Anche se nel Belpaese l’utilizzo dello zafferano in cucina era noto fin dall’Impero Romano, l’introduzione della coltivazione zafferano in Italia fu opera, nel XIV secolo, di un monaco domenicano umbro appartenente alla famiglia Santucci. Trovandosi in Spagna al servizio del Tribunale dell’Inquisizione, appassionato di agricoltura e innamorato di questa piccola pianta, pensò che la piana di Navelli, nel proprio territorio d’origine, potesse essere un ambiente favorevole alla sua coltivazione. E la storia gli dette ragione: la città di L’Aquila, appena fondata, divenne in breve tempo una grande produttrice di zafferano di ottima qualità, tanto da organizzare scambi commerciali con Milano, Venezia e le maggiori città europee, permettendo così il finanziamento di un fiorente sviluppo architettonico e culturale della città stessa.
La passione per lo Zafferano, che attraversa secoli e territori, è giustificata dalle sue proprietà e svariate applicazioni: nel corso della storia è stato utilizzato per profumare, tingere tessuti, dipingere, insaporire vivande e medicinale, anche per la colorazione simile all’oro, quale antidoto contro tutti i mali.
In autunno, tra settembre ed ottobre, una spettacolare fioritura è una meraviglia anche per gli occhi.
In cucina ancora oggi ne facciamo largo utilizzo, ma non dobbiamo pensare di relegare questa profumata spezia alle sole preparazioni salate: avete provato la nostra squisita ricetta per il Budino alla Crema Vaniglia e Zafferano?